Il festival prende a prestito il nome da una delle prime formazioni con cui Ezio Bosso ha suonato la sua musica dal vivo: il Buxusconsort.
Rifarsi al Buxusconsort – oltre a rappresentare una connessione diretta con il primissimo concerto del Maestro Bosso a Gualtieri nel 2009 – significa fare proprio una sorta di piccolo manifesto musicale che il Maestro aveva inserito nel nome della sua formazione.
Da un lato, attraverso un gioco linguistico in chiave botanica, Ezio Bosso si nascondeva – con una sorta di pudore – dietro la versione latina del suo cognome, come dietro ad un albero: mettendosi momentaneamente da parte, abdicando per un attimo alla spinta personalistica del genio, di cui pure sapeva di essere portatore, cercava di intraprendere un percorso collettivo e condiviso con altri musicisti.
Dall’altro, nel concetto di consort of instruments, evocava una formazione a geometria variabile che potesse dare suono a composizioni create per gli ensemble più diversi: dal quartetto all’orchestra d’archi, dal sestetto di violoncelli al quintetto di fiati. Nel voler ridare spazio e suono alla musica del Maestro si intende ripartire proprio da qui, mettendo al centro i consort di Ezio Bosso e di conseguenza il repertorio che per questi è stato scritto.
Quelle del Buxus Consort Festival, ogni anno, saranno delle giornate di festa attorno a Ezio Bosso e alla sua musica, in una delle “case musicali” che Ezio ha amato di più, Gualtieri con il suo Teatro Sociale. Giornate da vivere non tanto “in memoria”, quanto piuttosto “in compagnia” di Ezio Bosso.